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Chi è Dan Margulis - La storia
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Dan Margulis al Photoshop World 2007

Dan Margulis durante la lezione al Photoshop World del 2007 in cui è stato presentato per la prima volta il “Picture
Postcard Workflow”.

Dan Margulis in Russia nel 2004

Dan Margulis durante la presentazione
in Russia nel 2004 del suo libro
“Photoshop Professional” Quarta Edizione.

Dan Margulis in Italia nel 2004

Dan Margulis durante una lezione tenutasi in Italia nel 2004 all’Istituto Salesiano San Marco.

Dan Margulis esamina un foglio di stampa

Dan Margulis mentre esamina un foglio di stampa presso una tipografia.

Chi è -> La storia

La storia

Dan Margulis nasce nella parte settentrionale dello stato di New York, a circa 200 km dalla città di New York. Inizia la sua carriera nel mondo del colore nel 1981 quando si trasferisce nel New Jersey per entrare a far parte della più grossa azienda americana di separazione del colore, e durante gli anni ‘80 lavora utilizzando sistemi di scansione professionale.

All’epoca la correzione del colore e la preparazione dei file per la stampa tipografica venivano realizzate tramite dei grossi scanner a tamburo che plottavano direttamente le immagini scannerizzate sulle pellicole CMYK. Il colore di un’immagine dipendeva quindi dai parametri numerici con cui si regolavano gli scanner prima dell’ouput su pellicola.

Con l’affacciarsi del computer nella prestampa, grosse aziende del settore come la Scitex, iniziarono a produrre sistemi dedicati alla separazione e correzione del colore ed alla produzione di pellicole tipografiche. Nonostante l’elevatissimo costo (si parla di miliardi di lire dell’epoca) questo tipo di attrezzature divennero di fatto uno standard imposto per tutte le aziende che volevano trattare il colore con qualità professionale.

Ma con la nascita nel 1992 di Adobe Photoshop 2 che consentiva di gestire pienamente il colore di quadricromia, Dan Margulis inizia a sperimentarne in modo approfondito l’utilizzo all’interno del ciclo produttivo delle fotolito in alternativa alle costosissime attrezzature utilizzate fino a quel momento.

Nonostante la maggior parte dei professionisti della prestampa ritenesse che Photoshop ed il Macintosh non potessero essere impiegati nella normale produzione a causa della loro lentezza e della scarsa qualità se paragonati ai grossi sistemi dedicati, egli fu uno dei primi a ritenere che tali limiti sarebbero presto stati superati e a sostenere che tutte le fotolito e le aziende che volevano gestire in proprio la prestampa avrebbero dovuto cambiare il flusso di lavoro utilizzando il Macintosh e Adobe Photoshop.

Il suo spirito pioneristico e l’innata passione per tutto ciò che riguarda il colore, lo portano a scoprire degli aspetti di Adobe Photoshop che gli consentono di mettere a punto delle tecniche finalizzate alla correzione del colore che sono utilizzate tutt’oggi.

Il suo approccio alla correzione del colore si basa innanzitutto sull’attenta analisi di tutte le zone di un’immagine, sui singoli canali che la compongono e sulla successiva correzione tramite degli interventi globali o locali che non perdono mai di vista l’immagine nel suo complesso. Tale approccio consente di raggiungere risultati pratici di primo piano in tempi assolutamente ridotti.

In seguito la sua ricerca inizia a spostarsi verso la correzione del colore realizzata in spazi colore tradizionalmente ostici per gli operatori delle arti grafiche come l’RGB. Inizia a fondere i vantaggi di entrambi gli spazi colore per ottenere risultati ancora migliori, non solo nell’ambito della correzione del colore, ma anche del masking e di alcune fasi del fotoritocco.

Ma la scoperta più intrigante, che gli farà compiere un decisivo balzo in avanti, arriverà inaspettatamente da uno spazio colore che fino a quel momento nessuno aveva mai utilizzato intensamente per la correzione del colore: il L*a*b* (o CIELAB o LAB).

Qui Margulis, grazie alla caratteristica unica del LAB di separare la luminosità di
un’immagine dai suoi colori, intravede subito delle nuove possibilità nella manipolazione dell’immagine che gli consentono di fare delle scoperte sorprendenti e di raggiungere dei risultati ancora più avanzati.

Nasce la filosofia “Una volta per il colore, una volta per il contrasto (Once for Color, once for Contrast)”.
Con l’integrazione infine degli spazi RGB e CMYK, il flusso di lavoro si evolve ulteriormente e diventa finalmente maturo e completo.
Nasce la filosofia secondo la quale “Ogni file ha dieci canali (Every file has Ten
Channels
)”.

Nel 2007 al Photoshop World presenta per la prima volta un metodo completo per il trattamento delle immagini chiamato “Picture Postcard Workflow” che riassume tutte le sue tecniche e la sua esperienza integrate in un vero e proprio flusso di lavoro per l’ottimizzazione dell’immagine. La filosofia che sta alla base di tale flusso è “Una volta per dei Colori Accettabili, una volta per il Contrasto, una volta per dei Colori Entusiasmanti (Once for Acceptable Colors, Once for Contrast, Once for Exciting Colors).

Il consenso è unanime e la lezione sul “Picture Postcard Workflow” viene immediatamente riproposta ad ogni edizione del Photoshop World successiva.

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